Pirelli in allerta per il rischio Brasile

 

Le stime sul quarto trimestre di Pirelli sono state rese note: sarebbe stimato ad un presunto più 11% il totale dei volumi della società di pneumatici italiana, che, approfittando di un segmento ‘premium’ altamente profittevole, è riuscita a battere la tendenza di un mercato locale tendenzialmente ribassista sulla gomma sintetica (-3% totale sul comparto delle società operanti in Europa, a fronte di un +10% nell’area Brasiliana).
Più che una sfida, quella annunciata da Pirelli, è stata la giusta gratificazione di un’impresa che, nel corso degli ultimi anni, ha dinamicamente modificato il proprio assetto e la propria strategia operativa, non escludendo la cessione di rami d’azienda comunque performanti, ma ritenuti non fondamentali. Con la presentazione del nuovo Piano Industriale pluriennale, è stato infatti sottolineato un totale di flussi netti di cassa prodotti dalla società nel 2013 pari a 1,35 miliardi direttamente riconducibili alla produttività e 150 milioni, derivanti invece da dismissioni di assets strategici. Sulla generazione di flussi di cassa netti sarebbe inoltre stata posta l’attenzione del management del gruppo nell’ultima riunione dello scorso anno, prevedendo che entro la fine dei 2016 i ricavi di Pirelli potrebbero arrivare ad attestarsi a 7,5 miliardi di euro (con una crescita del 6,5% sul precedente anno).

Il peso dell’America Latina

Dal fronte opposto è arrivata la risposta di Kepler Cheuvreux, il quale ha sottolineato come la previsione di rallentamento dello sviluppo in Brasile potrebbe far subire alla società un calo significativo dei profitti sul prossimo biennio e che, con la recente crescita annua del 35% sul valore delle azioni (arrivate a toccare oltre i 12 euro), sarebbe consigliabile iniziare a ridurre il livello di debito finanziario in essere. Inoltre, ha continuato l’esperto, il pagamento di dividendi per 700 milioni di euro negli anni 2014-016, potrebbe essere una buona strategia per ottenere nuovo consenso dal mercato, il quale, con il rallentamento dell’economia in America Latina, potrebbe iniziare a farsi scrupoli sulla tenuta della redditività d’impresa e del valore del titolo (con un EPS sul biennio predetto previsto in diminuzione dall’1,5 al 3,5%).

Il progetto di Pirelli continua a vele spiegate, insomma, con il pericolo in agguato di un mercato che potrebbe iniziare a far ‘ballare’ il titolo, non sicuramente una salsa o una capoeira…