ETF Plus, un terzo d’Europa ha l’ETF tricolore

Sebbene il mercato ne faccia ormai indigestione, parole quali ‘crisi’ e ‘decremento’ non sono certo le più adatte a definire lo stato di salute del segmento italiano degli ETF, con il comparto ETF Plus di Borsa Italiana che, alla fine dello scorso dicembre, ha registrato un numero paro a 835 fondi passivi totali (tra ETF, ETF ed ETN), avvicinandosi in questi mesi alla soglia degli 850.Exchange Traded Products: è questa la categoria alla quale sono iscritti gli strumenti replicanti benchmark di mercato, che nel solo arco del 2013 ha quotato 125 nuovi fondi.

Per comprendere la rilevanza di un segmento quale ETF Plus (ETF borsa Italiana), rispetto al mercato europeo d’insieme, è sufficiente porre l’attenzione su alcuni dati: mentre l’ammontare dei flussi positivi in Europa si è attestata lo scorso esercizio a 16 miliardi di euro, il solo comparto italiano ha assistito ad un aumento degli Asset Under Management del 36,7% (24,84 miliardi in termini di masse) rispetto al 2012, con flussi netti pari a 5,66 miliardi.

5,6 miliardi su 16: oltre un terzo.

Borsa Italiana in Europa

Non solo cifre ma anche volumi: Borsa Italiana nel corso del 2013 ha infatti riconfermato il proprio primato in materia di contratti conclusi, divenendo la terza maggiore piazza di contrattazione (su piattaforma elettronica, dopo Deutsche Boerse ed Lse.), scavalcando la rivale EuroNext.

Nonostante una size media per contratto ancora bassa rispetto alle due principali concorrenti del mercato, nell’ultimo quarto del 2013 il controvalore medio giornaliero dei lotti scambiati si è attestato a 235,5 milioni di euro, in crescita del 23%, mentre un rialzo del 14,6% è risultato dall’analisi sull’intero anno (http://www.blogtux.net/etfplus-fiore-allocchiello-di-borsa-italiana).

In concomitanza con l’abbassamento dei prezzi ed il calo di volumi ed interessi nei confronti delle materie prime, il passato esercizio ha avuto performance non positive per quanto riguarda il segmento ETC, che a livello italiano ha registrato una perdita del 22%, in linea con l’andamento europeo, dove i prodotti sulle commodities hanno scontato un calo del 26,1%.